Perché fallire è importante? Come trasformarlo in una risorsa?
Che cosa significa fallimento?
Secondo Treccani: fallo, errore, commettere errore.
Si possono dare diverse interpretazioni a seconda del contesto, il mancato raggiungimento di un obiettivo o un insuccesso personale o professionale.
Ma che significato diamo noi al fallimento?
- Tendenzialmente lo si vive come un fatto o un momento da nascondere, insabbiare, che preferiamo non raccontare perché ci pone in una condizione di disagio.
Quindi si evita di parlare:
- della perdita di lavoro
- della mancata promozione
- di un esame non superato
- della fine di una relazione.
Questo perché?
Si dà la colpa solo a sé stessi non analizzando il contesto e le cause che hanno portato a questa situazione andando così a minare la propria autostima e di conseguenza autoefficacia.
Cosa non aiuta?
- Focalizzarsi solo sugli aspetti negativi
- criticarsi in maniera eccessiva su quanto accaduto
- rimuginare e continuare a pensare a cosa non ha funzionato
- pensare che non potrà accadere più niente di buono in futuro
- ignorare o non elaborare le emozioni
Quali sono in questo caso le emozioni prevalenti?
- Delusione
- frustrazione
- tristezza
- sconforto
- disperazione
Se queste non vengono affrontate in modo costruttivo possono portare a modificare la concezione che si ha di sé, il dialogo interno diventa negativo, subendo il fallimento in maniera passiva si arriva a sentirsi dei falliti.
Come fare a trasformarlo?
- Analizzare ciò che è successo in maniera lucida, ovvero interrogarsi sulle cause: sono interne o esterne? Se dipeso da me come avrei potuto gestirlo? In quali aree posso migliorare? Se dipeso dal contesto come posso accettarlo?
Lavorare sull’accettazione soprattutto se dovuto a cause esterne, come la perdita di lavoro a causa di una chiusura o riorganizzazione aziendale, è molto importante mantenere il focus sulle proprie abilità, esperienze e non farsi sopraffare da ciò che accaduto, questo permette di improntare una ricerca al lavoro molto più efficiente ed efficace.
- Comprendere quali sono le motivazioni che spingono a realizzare questo obiettivo, prima del fallimento potrebbe esserci stato un errore di valutazione? Quali errori sono stati commessi? Passi poco chiari o strategie non efficaci? Aspettative troppo elevate?
Fermarsi e fare chiarezza è fondamentale per poterlo trasformare e capire se è il caso di ricalibrare i propri obiettivi, cambiare direzione o fermarsi. Questi passi se fatti con consapevolezza, possono portare a scoprire nuove risorse di sé e definire dei traguardi più adatti.
- Questo processo di introspezione permette di riequilibrare le emozioni e gli stati d’animo che si stanno affrontando, imparando dalle esperienze vissute, questo permetterà di affrontare le sfide future in maniera più efficace.
A cosa porta?
- Trasformare il fallimento è un’occasione per conoscersi più a fondo e crescere personalmente.
- Interrogarsi su quali soft skill sono state messe in atto per superarlo, quali emozioni sono state predominanti, rinforzare la propria identità, le risorse utilizzate e il proprio valore.
- Questa consapevolezza, dà modo di definire nuovi traguardi da raggiungere personali e professionali, superando la paura di affrontarlo e sapendo di avere i mezzi per poterlo fronteggiare in maniera idonea.
Quali abilità vengono maggiormente sviluppate?
- Capacità di adattamento
- Resilienza
- Problem solving
- determinazione
- Analitiche
C’è ancora timore nel parlare apertamente dei propri fallimenti, anche in fase di selezione, ma se diventa un’opportunità di crescita, di sviluppare nuove competenze e fissare nuovi obiettivi può diventare un punto di forza da raccontare per far emergere le proprie unicità.
Chi non prova non fallisce, quindi già l’averci provato, tante volte, è un successo.
Barbara Salvadego – Consulente orientatrice